L’essenza del visibile. RAW

Se c’è una certezza nel mondo artistico è che i manifesti di fondazione, i gruppi e tutte le aggregazioni possibili di artisti da un bel po’ di anni a questa parte non si fanno più. L’individualismo dilagante non permette compromessi di alcun genere. Così diventa strano imbattersi in un gruppo di artisti che per l’occasione di Rome Art Week si sono uniti: Laura Grosso, Anthony Lombardi, Roberto Neri, Gianluca Tedaldi, Chryssis Vici, insieme sotto il nome che caratterizza la disciplina che li accomuna, Collettivo di pittura a cui andrebbe aggiunto figurativa che è il genere di riferimento. Una scelta ardua in un periodo dove le tendenze tradizionali non vengono tanto considerate quanto si dovrebbe.

Non farò uno scritto esaustivo sui cinque artisti in questione, mi soffermerò soltanto su quello che è stata la prima impressione della mostra “L’Essenza del Visibile” evento di Rome Art Week da non confondere con la mostra che c’è stata nel Palazzo Sarcinelli di Vincenzo Satta a Conegliano Veneto di tutt’altro indirizzo artistico.

Guardando i quadri di Laura Grosso salta in mente la grande pittura del ‘900 che con abilità interpretativa viene attualizzata in scenari resi contemporanei. In uno dei quadri sono “bagnanti”, nudi di donne dall’aspetto statuario che imponenti occupano tutta la tela dal discreto formato. Nudi femminili che quasi traboccano dal quadro come a dare forza e importanza maggiore al tema affrontato. In un altro quadro cambia completamente lo scenario, anche se indossano semplici abiti sono sempre figure la cui volumetria è studiate al limite della dimensione della tela. Anch’essi sono soggetti che paiono colti nell’attimo prima che compiono le loro azioni, come se ci fosse stato un accadimento non meglio identificato prima che stimola l’immaginazione dello spettatore, piccoli scenari che sollecitano l’attenzione costituendo la cifra stilistica di Laura Grosso.

Anthony Lombardi dipinge i suoi quadri di ampi paesaggi dalle innumerevoli tonalità di verde che s’intrecciano con dei grigi tenui di piccole case in lontananza sotto dei cieli spenti. Piccoli quadri che sembrano grandi cartoline che offrono reminiscenze agresti di quando si ammirano vedute di campagne appena abitate nelle amene provincie collinari. Visuali, affacci da finestre o balconi che tutti conosciamo perché li abbiamo già visti ma che per incanto torniamo interessati a contemplare grazie al coinvolgimento che la pittura di Anthony Lombardi sa profondere.

Roberto Neri ha nella natura morta la sua indubbia ricerca che rimodella con una particolare tecnica coloristica da pittore alchimista che trova speciali soluzioni nella composizione dei colori che usa. Plasma le forme con un cromatismo a tratti sfumato dai contorni quasi sfilacciati, tipo di approccio che lo rende originale e lontano da tanti pittori di nature morte come a voler personalizzare l’impressione rinnovata.

Gianluca Tedaldi è il tipico artista sedotto dalla narrazione, “scrive” con il pennello i suoi quadri come se fossero appunti di un taccuino di viaggio descrivendo le sensazioni delle stagioni, il chiaro del giorno o le ombre del pomeriggio e le altre tante emozioni che offre il paesaggio che ritrae. Ma è incontentabile, disegno e incisione sono solo alcune delle sue altre anime in due differenti opere presenti nella mostra.

Chryssis Vici largheggia di spatola su i suoi quadri a mettere colori a spessore o anche a raschiarli come a farci vedere un altro quadro che forse sta sotto la sgranatura del colore.

Quello che si vede è un apparenza di un altro immaginario che si vive nell’ intimo profondo, quello nascosto che è difficile da scoprire. Paesaggi di case come nature morte simbolicamente a dimostrare che la pittura esiste anche nella mente, traccia di un’ essenza del visibile.

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