Pupi Avati Fuori dal cinema italiano scritto da Massimiliano Perrotta ha la particolarità di essere un libro di un autore coraggioso su un regista che lo è stato molto di più, al punto da non avere avuto paura di collocarsi ai margini della cinematografia tanti anni fa autodenunciandosi democristiano nell’influente salotto culturale dell’attrice Laura Betti amica di Pasolini, proprio quando il giovane Pupi Avati era ancora esordiente, all’ inizio della sua lunga carriera.
Un’ eresia che pagò con l’esclusione dal novero dei grandi registi ma che allo stesso tempo restituì tutta quell’originale autenticità che rimase la cifra espressiva dei film di Pupi Avati.
Lo scrittore e giornalista di lunga data Massimiliano Perrotta con le sue ben rodate abilità, lo descrive approfonditamente e fa uno screening dei suoi film evidenziando l’indubbia capacità professionale del regista che sa fare di storie semplici l’ingrediente travolgente di un rapimento che cattura lo spettatore di fronte ai suoi film. Un regista che con pochi mezzi ha inventato il cosìddetto Gotico-padano e, fatto insolito, la rivisitazione in chiave moderna umile e disincantata della recente storia italiana con uno spessore di poesia che conquista il cuore, senza ideologie e richiami ingannevoli.
Il film di genere è quello che di solito marchia negativamente un regista impedendogli di essere premiato tra i più grandi e importanti dello schermo che come sappiamo godono di altre valutazioni. Si è dovuto aspettare Quentin Tarantino per far scoprire una nuova disamina dei possibili risultati poderosi di una filmografia relegata a nicchie di emarginazioni discriminatorie, ed è quello che dimostra Massimiliano Perrotta nell’analisi della regia di Pupi Avati con puntualizzazioni meritorie di tanti aneddoti che riporta nel libro.
Ricordiamo che Pupi Avati è sempre stato allo stesso tempo molto stimato nell’ambiente cinematografico. Ha scritto le sceneggiature di Salò e 120 giornate di Sodoma per Pier Paolo Pasolini e ha saputo dare la dovuta importanza a Carlo Delle Piane, un attore malamente sottovalutato dandogli un ruolo di rilievo storico e trasformandolo in un personaggio cult del cinema italiano.
Un libro inconsueto nel panorama editoriale del settore cinematografico su un regista che ha seguito una via diversa da quelle che ci hanno fatto conoscere le narrative para-istituzionali del cinema italiano.
Insomma se volete scoprire una lettura del cinema italiano differente da quelle solite che annacquano la critica pregna di un servilismo stucchevole e noioso affidatevi ai giudizi di Massimiliano Perrotta e avrete tanto di nuovo da capire. Per farlo è molto semplice, basta leggere Pupi Avati Fuori dal cinema italiano.