Felix Kiessling – David Prytz

Felix Kiessling – David Prytz
04.10 – 08.11.2024

Inaugurazione 04.10 ore 18-22

La Galleria Mario Iannelli è lieta di annunciare “TIME”, un progetto che celebra il suo decimo anniversario con un evento che presenta nuove opere di David Prytz e Felix Kiessling, che hanno inaugurato il suo programma con mostre personali nel 2014-15.

“Pinhole-Camera” di David Prytz consiste in una scultura in cui led, congegni elettrici e meccanici generano nell’ambiente movimenti cinetici di luci che fuoriescono attraverso un foro.
In “Sound of Earth – Schumann frequencies” di Felix Kiessling un contrabbasso suona in connessione a dati in tempo reale le frequenze di Schumann, il fenomeno dell’onda elettromagnetica della superficie terrestre che si trova oltre lo spettro della percezione umana.

La circostanza speciale rende possibile mettere in evidenza un parallelo fra le due rispettive ricerche che si è sviluppato nei progetti esposti e nelle mostre collettive in cui sono stati presentati ogni volta dei nuovi lavori.

Una particolare simmetria che coniuga il pieno con il vuoto, l’interno con l’esterno e l’universale con il particolare ricorre nelle ricerche di Prytz e Kiessling sin dalle prime due mostre.
In “Tabula rasa, again” presentata nella mostra “Literal” (2014-15) David Prytz costruisce un ambiente cinetico di elementi interconnessi, quali luci led, fusioni minerali e vari materiali edili che danno vita ad un’universo che va avanti da sé.
Per la mostra “Vavilov” (2015) Felix Kiessling intraprende un viaggio in barca per calare un peso legato ad una corda di 1200 metri fino a raggiungere la sommità del vulcano sottomarino Vavilov al centro del Mar Tirreno. In galleria installa la sola bobina di corda con il peso metallico sospeso quasi a toccare il pavimento con un pezzo di corda che fuoriesce dalla finestra a citare l’azione realizzata in mare.
Lo spazio della galleria tende al pieno in una e al vuoto nell’altra come è avvenuto nelle storiche mostre in successione di Klein che espose il “Vuoto” e Arman il “Pieno”. Inoltre, il binomio fra le mostre di Prytz e Kiessling include anche un parallelo sul movimento, tra la cinetica di Prytz che si sviluppa dentro lo spazio e l’azione esterna di Kiessling.
Allo spazio denso di particolari animati di Prytz si relaziona l’orizzonte universale di Kiessling.
L’interesse di Kiessling a lavorare con i vettori nello spazio manifesta quello di lavorare con le forze della natura. Nelle sue opere, un vettore può essere leggero come un filo che attraversa uno spazio, pesante come un carico fatto cadere dall’alto su una lastra di metallo o immateriale come l’informazione in tempo reale della scarica di un fulmine riprodotta da una luce.
Lo spazio è sempre una parte di uno più esteso o di una temporalità più vasta perché si è a confronto con forze e misure più grandi della capacità umana.
La linea di Prytz è aggrovigliata per sostenere la forza e piegata per accompagnare il movimento. E’ sottoposta a tensioni, capovolgimenti e vibrazioni che riproducono l’azione e l’energia della natura e del cosmo in una mimesi letterale.

Nella mostra collettiva “Anatomy of restlessness” (2016), Kiessling e Prytz espongono opere che esplorano il concetto di tempo.
“Time Drawing” (“Disegno del Tempo”) di Kiessling consiste in un pezzetto di grafite legato alla lancetta di un orologio che disegna la traccia del suo passaggio su una base di cartoncino.
Prytz realizza l’opera-video “Now, Diaspora” e due opere basate sulle effemeridi calcolate all’inizio e alla fine della mostra. In “Now, Diaspora” frasi dall’apparente senso compiuto vengono pronunciate e battute in tempo reale e cancellate subito dopo dal cursore.
L’opera “Disegno del Tempo” di Kiessling è stata esposta anche quattro anni dopo nella mostra collettiva “Gathering the unpredictable” (2020) in parallelo a “A puzzle” di Prytz, un disegno geometrico diviso in undici pezzi.
In queste opere le rispettive relazioni con il tempo e con lo spazio rivelano un’approccio estremo ai due concetti, come se paradossalmente non si potessero spiegare in altro modo che attraverso il loro processo continuo di essere tempo come traccia di istanti presenti e spazio come una misurazione continua.

Nella mostra personale “Exocenter” (2017), David Prytz sviluppa la ricerca sul tempo in relazione al cosmo ed in particolare ad un centro al di fuori di sé con un’installazione in cui le sculture “Sun without Moon” e “Moon without Sun” sono incluse insieme ad altri eventi non mappati calcolati nelle superfici di “Un/Chartered” e nell’opera audio “In minute a thousand years”.

Nella mostra collettiva “Fire in the mind” (2019) Kiessling presenta “Earth Piercing ITA-CHI” un’opera che fa parte di una serie in cui due parti del globo sono connesse perforando la Terra con due barre di metallo. La prima parte è stata realizzata presso il Monumento Naturale Palude di Torre Flavia in Italia e la seconda presso El Yeso in Chile.
Prytz presenta “Pinhole Camera” come sviluppo della “Dark Room” presentata nella mostra “Literal”. Quest’ultima consisteva in un ambiente al buio in cui era possibile vedere l’opera “Many Suns”. La camera oscura esposta in “Fire in the mind” era una scultura sospesa, prototipo di quella attuale in mostra.
Se guardiamo “Earth Piercing” con la vasta linea di orizzonte capiamo la grandezza dell’intera superficie terrestre globale che ci sta facendo percepire Kiessling e sentiamo la connessione con quella dimensione.
Anche la percezione dell’universo attraverso “Pinhole Camera” di Prytz lavora con un’altro sguardo stereoscopico in cui risuona una visione microscopica e una macroscopica.

Nella mostra “resonance” (2019) sono esposte contemporaneamente la seconda parte di “Earth Piercing ITA-CHI” di Kiessling e un disegno geometrico di grandi dimensioni che Prytz realizzato attraverso il calcolo delle effemeridi.
Sono entrambe il risultato di azioni spazio-temporali, diagrammi di un processo in corso.
I due poli di “Earth Piercing” non sono uniti per sempre e non pretendono di essere un monumento essendo principalmente opere immaginative.
Le effemeridi sono un pretesto per costruire una superficie, qualcosa che possa dare la percezione di qualcosa di più profondo.

Nell’opera “Schmetterling (Biest)” di Kiessling (“In process: Felix Kiessling. Now Now Now”, 2021) la luce manipolata della galleria è connessa in tempo reale a dati meteorologici e si accende ogni volta che viene registrato un lampo sulla terra dando luogo ad uno sfarfallamento continuo.
Questo lavoro concettuale rende visibile, attraverso la manipolazione, il funzionamento di una tecnologia solitamente nascosta, evidenziando lo sfarfallio del glitch.
Dall’altra parte, “Pinhole Camera” di Prytz rivela la tecnologia interna di un oggetto oscuro mentre il funzionamento delle luci è visibile all’esterno.

“Schmetterling (Biest)” è stata riesposta successivamente nella mostra “Narrative Pieces” (2023) in stretto rapporto con una heliogravure di Prytz.
In questa relazione invece le due opere specchiano le loro processualità.
Se “Schmetterling” (= Farfalla) funziona come “l’effetto farfalla” ma facendo convergere tutto in un oggetto, anche l’heliogravure di Prytz, che consiste in un frammento di un lavoro realizzato tramite lo scorrimento di un intero rullino fotografico in un’immagine singola, fa convergere il processo in un solo punto.
Inoltre il bagliore della luce catturata da Prytz sulla carta e lo sfarfallio dell’opera di luce di Kiessling mostrano una resa estetica sovrapponibile.

In tutte queste opere sia il tempo che lo spazio fluttuano in un universo di senso quanto di non senso. Come è veramente possibile unire due poli e cosa vediamo nel “Disegno del Tempo” di Kiessling e nei disegni geometrici di Prytz (“Literal Geometry”) che ripetono forme e teoremi geometrici all’infinito? Cosa sentiamo di fronte all’opera “Schmetterling” di Kiessling o a “Tabula Rasa” di Prytz?
Accadiamo insieme alla luce, ci sintonizziamo sull’attrito dei materiali dell’opera cinetica, sentiamo le variazioni, ma anche senza attaccare la spina queste opere varrebbero sempre come “un’indagine sulla vita, uno stato di cambiamento continuo e di mutua influenza” (Prytz) e “una dimensione, qualcosa con cui possiamo sempre avere una relazione, sperimentare e costruire” (Kiessling).

Dopo il white cube ed il site-specific che conferivano allo spazio una struttura perfetta per rendere coincidenti la dimensione dello spazio e dell’opera, gli artisti si sono confrontati con una grandezza globale che è divenuta il proprio campo di lavoro.
Il quadro delle coordinate spaziali e temporali si è ampliato in quello della Terra e dell’Universo.
Strutture sociali, narrazioni storiche e metafisiche ed inclinazioni drammatiche collassano in forme che si determinano attraverso i processi messi in atto.
In un’epoca di crescente smaterializzazione e di tendenza alla riduzione del tempo all’attimo, pratiche di sperimentazione nello spazio basate sul tempo individuano la ricerca di una propria esperienza e dimensione.
Le opere di David Prytz e Felix Kiessling affrontano l’incommensurabile ponendo il riconoscimento fondamentale della connessione delle azioni individuali con i processi universali.

Che cos’è un fenomeno? Un fenomeno è qualcosa di osservabile o udibile, ma può essere anche qualcosa di più.
Può essere un concetto e un processo attraverso il quale percepiamo qualcosa che si genera da solo e non si ferma.
“Sound of Earth – Schumann frequencies” è un grande concerto di fulmini, un linguaggio musicale della Terra percepibile solo con l’immaginazione.
“Pinhole Camera” mostra solo quello è visibile all’esterno e l’interno è il “motore” del pensiero, la capacità di pensare il fenomeno o il concetto e sperimentarlo.
L’arte concettuale basata sul tempo, che queste opere e le ricerche di Felix Kiessling e David Prytz rappresentano, elabora che cosa vuol dire immaginare e quindi fare per percepire e costruire la realtà su un “piano di immanenza” (G. Deleuze).
Da qui la possibilità di accedere al significato attraverso la riduzione con il titolo “TIME” che evoca sia la durata temporale che l’immagine di un fenomeno.

Felix Kiessling (1980, Amburgo, Germania) vive e lavora a Berlino. Mostre recenti: Echtzeit, Alexander Levy, Berlin (solo), Quitte Eisen Soda, Kunstverein Heilbronn (solo), Narrative Pieces, Galleria Mario Iannelli, Roma, The Unexpected Universe: Traces of the Anthropocene, Alexander Levy, Berlin.

David Prytz (1979, Aarhus, Danimarca) vive e lavora a Berlino. Mostre recenti: “A Family Affair. Anna Virnich, David Prytz and Winfried Virnich”, Artefact, Berlin; Narrative Pieces, Galleria Mario Iannelli, Roma, Ever Seen Never Seen, Akkurat Labs, Berlin; Where the Bridge Ends the Satellite Begins, Galerie SP 2, Berlin (solo).

Biografia delle mostre di Felix Kiessling e David Prytz esposte nella Galleria Mario Iannelli:
Literal, David Prytz, 2014
Vavilov, Felix Kiessling, 2015
Anatomy of restlessness, 2015, mostra collettiva
Exocenter, David Prytz, 2017
Earth Piercing, Felix Kiessling, 2019, Monumento Naturale Palude di Torre Flavia
Fire in the mind, 2019, mostra collettiva
resonance, 2019, mostra collettiva
Gathering the unpredictable, 2020, mostra collettiva
“Now Now Now”, Felix Kiessling, 2021  
Narrative Pieces, 2023, mostra collettiva
“TIME. Felix Kiessling – David Prytz”, 2024

Galleria Mario Iannelli
Via Flaminia 380, 00196 Roma
info@marioiannelli.it
www.marioiannelli.it
Orari di apertura:
da Martedì a Venerdì ore 16-19
o su appuntamento

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