Aritmie del pensiero testo critico di Marina Panetta

ARITMIE DEL PENSIERO. RIFLESSIONI A MARGINE DI UNA PRESENTAZIONE.
Facit indignatio versum (Giovenale, Sat. I, 79)

La raccolta di poesie di Giovanni Lauricella dal titolo Aritmie del pensiero (
Edizioni Croce, 2024) è stato presentata il 21 settembre scorso a Roma, presso
Bibliothè di Enzo Barchi, con interventi critici di Agostino Raff, Luciana Raggi, Olga
Matsyna, Marina Panetta.
Il titolo merita una riflessione perché contiene la chiave interpretativa dell’intera
raccolta ovvero della poetica dell’Autore.
‘Aritmia’ è un termine che normalmente si usa per indicare una anomalia nel
battito cardiaco. Il cuore è un organo strettamente legato alle nostre emozioni,
all’amore e al dolore, dunque alla poesia.
Ma in questo libro il lettore non troverà effusioni liriche, e nemmeno quelle
“intermittenze del cuore”, che Marcel Proust, da grande psicologo, e direi grande
fisiologo, ci ha rese familiari.
Nelle composizioni di Lauiricella siamo agli antipodi di tutto ciò: protagonista è
una mente analitica che si aggira in un labirinto di immagini, che rispecchiano il
degrado e lo spaesamento tipici dell’epoca che stiamo vivendo che, com’è noto,
fa ipotizzare la prossima fine di una fase storica.
Lauricella nei suoi versi ci accompagna in una peripezia quasi dantesca, attraverso
scenari urbani degradati e decadenti, esplorando le varie manifestazioni della
nevrosi dell’uomo contemporaneo, dalle dipendenze alla depressione,
dell’isolamento alla ribellione, dalla protesta sociale al grido contro la guerra.
È dunque la sua una poesia politica in senso alto, una poesia civile, che usa
volentieri i toni della satira, mescolando a concetti alti e sofferti delle espressioni
triviali, attinte dal romanesco basico dell’attualità.
Roma è indubbiamente lo sfondo, non dichiarato ma ben riconoscibile, dei versi di
Lauricella. Non è una Roma convenzionale, non si fanno concessioni al colore
romanesco né alla romanità colta, la metropoli è volutamente ritratta nella sua
quotidianita ormai omologata e disgregata. Se si considera poi che alcuni testi
sono stati recitati come performance en plein air, come a piazza della Moretta, o
in location teatrali non convenzionali, si comprende appieno il messaggio civile e

la particolare tonalità stilistica che lo esprime..Consiglio anzi ai lettori di
immaginare queste composizioni come potenziali performance o come tracce di
un possibile Flash Mob, resi però silenziosi e immobili dalla pagina stampata.
Nella poetica di Lauricella ravvisiamo al primo impatto un legame tematico e
stilistico con la Beat Generation: un misto di ribellione, pessimismo e beffarda
caricatura, mentre il ritmo sincopato e la preferenza per le tinte fosche rievocano
il teatro splatter. Di contro si può riconoscere un’altra ascendenza, sottintesa e
sommessa, con gli autori di satira dell’antica Roma. Non erano anche loro mossi
dall’intento di castigare i vizi e le follie della società globale in cui vivevano e di cui
prevedevano il declino?
Al sentimento che li animava Giovenale dava nome indignatio, ovvero
indignazione. Con questo spirito raffinato, dunque, Lauricella delinea per noi
contemporanei lo skyline del comune scontento..
M.P.

Un sentito grazie di cuore alla Dottoressa Marina Panetta che mi ha onorato con questo bel testo.

Aritmie del pensiero Adizione croce

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