Renato Nicolini e la sua Estate Romana

Renato Nicolini e la sua Estate Romana è il titolo della collettiva alla Galleria Minima Arte Contemporanea.

Da una esigenza di rivivere quella Roma di tanta gente interessata a quei tanti fermenti culturali che fiorivano dappertutto Mario Tosto nella sua Galleria “Minima” ha ideato una mostra su Renato Nicolini che è stato personaggio-simbolo di una particolare riscossa cittadina senza precedenti. Il gallerista Mario Tosto ha chiamato su questo tema una ventina di artisti, prevalentemente romani, e Giovanni Lauricella che nella medesima galleria aveva precedentemente contribuito alla mostra di alcuni anni fa, che ebbe grande successo su Pier Paolo Pasolini.

La rievocazione di Renato Nicolini che purtroppo dodici anni fa ci ha lasciato, era il quattro agosto del 2012, è anche la voglia di voler capire che eredità è rimasta e che stimolo potesse offrire oggi negli artisti romani che hanno aderito alla mostra, molti dei quali che per giovane età non hanno vissuto appieno quel periodo.

In memoria di Renato Nicolini e del periodo storico.

(Il video non è per certi versi sconvolgente, crudo e brutale, proprio per dare efficacia a uno spaccato storico.)

L’inaugurazione è stata molto affollata e partecipata, un buon segno che ha dimostrato la validità del tema. Mostra che iniziata con un piccolo dibattito che ha avuto nelle persone di Claude de Dimanche fotografo e Claudio Bianchi pittore, due testimoni diretti che hanno ricordato brevemente Renato Nicolini, insieme, ovviamente, a Mario Tosto e Giovanni Lauricella.

Claude de Dimanche ha fotografato Renato Nicolini nel 2009 con il quale ebbe pure un colloquio rivelatore delle sue caratteristiche politiche e dell’apporto alla cultura. Claudio Bianchi pittore appartenente alla poco famosa corrente dei Trattisti, da lui fondata insieme a Marco Fioramanti e il contributo di altri, ebbe un rapporto costruttivo con Renato Nicolini al punto che riuscì a fare una lunghissima pittura da record nel 1984, una su ponte Sisto con il patrocinio della Galleria La Salita di Giantomaso Liverani e l’altra a ponte Sant’Angelo coordinata dalla Galleria MR di Massimo Riposati. Azioni pittoriche happening di grande impatto che coinvolgevano i passanti in una performance piena di spontaneismo e improvvisazioni. Un merito dell’artista ma anche di un’amministrazione che non imponeva ostacoli di nessuna sorte all’espressione culturale, ricordi di quando queste iterazione con il pubblico erano possibili e facili da gestire.

Giovanni Lauricella autore del libro L’énfasi architettonica e la città dello spettacolo la cui introduzione è di Renato Nicolini e anche autore e ideatore di un video di una performance in cui l’ex assessore alla cultura romana, in perfetto stile underground, partecipava indossando il cappello come Joseph Beuys, avvenimento accaduto pochi anni prima della scomparsa a piazza della Moretta visibile su Youtube. Insomma alla Galleria Minima si è riusciti ad avere una memoria di rilievo dell’ assessore alla cultura nel periodo 1976–1985, nelle amministrazioni di sinistra di Giulio Carlo Argan, Luigi Petroselli, e Ugo Vetere a Roma e poi anche a Napoli nel 1994 e nel 1997 con Antonio Bassolino. Una vita dedicata alla cultura e alla politica, fu anche parlamentare dal 1992 al 1994.

Per brevità di scritto valuto solo l’aspetto culturale di Renato Nicolini riduttivamente relegato al ruolo dell’effimero, sperando di affrontare in seguito anche quello politico, un’ attenzione dovuta che merita un’ argomentazione più sostanziosa perché si parla di un periodo particolare del PCI che stava al guado verso un’altra sponda che ancora, nonostante gli anni trascorsi, pare non abbia ancora concluso con strascichi che lasciano discutere. Renato Nicolini sarebbe stato un ottimo traghettatore verso una nuova visione politica ma i contrasti interni al PCI non l’hanno permesso anzi, stranamente si è trovato isolato proprio quando il suo contributo poteva essere risolutivo. Aveva la necessaria statura, un buon seguito e una lungimiranza che pochi avevano. Sapeva intercettare le esigenze della gente meglio di ogni altro politico, insomma una grande perdita sulla quale ci sarebbe tanto da parlare.

La mostra di Mario Tosto ha un significato che va molto oltre la ventina d’artisti e delle loro opere che ha selezionato nonostante l’eccellente qualità.

Per questo motivo ci dovrebbe essere tanto da dire sulle suggestioni politiche che Renato Nicolini aveva creato, quello che venne riversato nell’ “immaginario collettivo”, senza tralasciare, ovviamente,l’architettura e l’utopia di cui il “Teatro scientifico” di via Sabotino, commissionato tecnicamente allo studio Purini-Thermes, rimane un caposaldo poco dibattuto nei paludati ambiti dell’architettura …

<<produrre movimento, di formulare nuove ipotesi, di rinnovare la cultura e la politica stessa>> (Renato Nicolini 1982).

Renato Nicolini (1942-2012), architetto, professore universitario, drammaturgo ma anche artista multidisciplinare, partecipò come attore in vari film e spettacoli teatrali e fu politico di spicco che tutti ammirarono per le sue doti intellettuali, aveva una cultura vastissima e emanava una simpatia che lo rendeva molto amato.

Le sue conoscenze culturali spaziavano da quelle tecniche architettoniche a quelle musicali antiche e moderne, era un grande cultore di jazz e non parliamo di cinema, Massenzio trasformata in cineteca fu la sua creazione più sorprendente. Persona coltissima conosceva tanti autori antichi e moderni di letteratura, poesia e molta estera, era un appassionato della letteratura americana contemporanea, leggeva di tutto e di più, politica, sociologia, filosofia, sempre alla ricerca di autori sconosciuti antichi e moderni, talmente avido che s’ incontrava spesso nelle librerie come anche tra le bancarelle di libri usati. Amante delle notti romane contribuiva a renderle magiche con la sua presenza e con lo stuolo d’artisti e tanta gente dello spettacolo che lo seguiva. Pensare a Renato Nicolini è anche ricordarsi di una Roma in festa nonostante i funesti anni di piombo.

Renato Nicolini: qualche ricordo
di Vincenzo Sparagna

Renato Nicolini era un uomo profondo, buono e gentile, aveva sì una sua malinconia, ma effimera,
compensata dal sorriso vagamente beffardo, dall’occhio ammiccante, da una battuta surreale
improvvisa. L’ho conosciuto nei primi anni ’80, quando impazzava ancora l’estate romana da lui
inventata, con quelle popolari serate di cinema alle terme di Caracalla ed altri appuntamenti
affollatissimi. Gli avevamo chiesto di scrivere un’introduzione al nostro albo Ranxerox, ma poi non
la scrisse e lo presentammo con un testo firmato Sparagna&Tamburini srl. Ma collaborò
attivamente con noi all’epoca di Frìzzer, partecipando ad uno dei nostri fotolomangi, incontri
fotoromanzati con animali sapienti. Lui ci fu quando cucinammo un’oca, dopo una lunga
discussione filosofica con lei, ma salvammo la sua compagna di destino, Pasqualina. Un animale
bianco che restò per anni a far da sentinella in redazione. Qualche volta incontravo Renato a
Trastevere al bar di Porta Settimiano. Altre volte, di sera, l’ho incrociato a casa del regista Italo
Spinelli e della sua bella moglie Elisabetta. Sempre acuto, con le parole preziose che gli uscivano
dalle labbra come un filo sottile di riflessione intelligente, un filo pronto a spezzarsi se intorno
l’indifferenza prevaleva sull’attenzione. Insomma era un parlatore parco, non invadente, un
pensatore che, come ogni uomo saggio, preferiva più ascoltare che concionare. Nicolini era un
comunista già post-comunista perché intuiva l’illimitata e irraggiungibile estensione del sapere e
questo lo rendeva immune da ogni dogma. Perciò era così curioso e nel suo operare politico e
culturale, l’arte, l’invenzione arbitraria, il sogno, la poesia e il teatro avevano un ruolo centrale.
*Vincenzo Sparagna, direttore di Frigidaire e Il Nuovo Male

Renato Nicolini da Ritratti imperfetti” Edizioni Frigidaire di Claude de Dimanche

Esposizione alla Galleria d’Arte Contemporanea Minima a via del Pellegrino 18, da venerdì 12 luglio ore 18 giorno d’inaugurazione. Opere di:

Cosimo Angeleri, Paolo Bielli, Vito Bongiorno, Carlo Maria Causati, Giancarlino B. Corcos, Laura De Lorenzo, Claudio di Carlo, Stefania Fabrizi, Fabio Gasparri, Massimo Jatosti, Guido Laudani, Giovanni Lauricella, Renata Maccaro, Eliana Prosperi, Claudia Quiteri, Elio Rizzo, Carmine Roma, Sara Savini, Sibar, Mario Tosto, Claude de Dimanche. Cinque di loro sono fotografi, gli altri pittori ed è presente anche una scultura di Laura Di lorenzo, nome già presente nell’elenco.

Renato Nicolini, opera di Mario Tosto.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *