“ACROSS THE LINES” sono le nuove opere dell’artista Annamaria Gelmi, una personale al Manuel Zoia Gallery di Milano.
Artista multidisciplinare, concettuale, Annamaria Gelmi espone in una mostra dedicata alla sinergia tra linea, ritmo e spazio. Nei suoi lavori dialoga con lo spazio, creando dei percorsi dove le opere interagiscono con l’ambiente circostante. Sia nell’uso dei materiali sia nella combinazione delle forme, le opere pur richiamando al rigore della geometria vanno oltre, dando origine a un gioco fantastico nello spazio.
Gabriella Belli nel testo del catalogo “Fuori luogo comune” spiega come Annamaria Gelmi, pur essendo un’artista internazionale, deve al Trentino non solo i natali, ma sicuramente anche parte della sua formazione e crescita artistica. Lei stessa sostenne che fu una mostra a Palazzo delle Albere, Il Museo e la sua immagine (1982), a stimolarla a concentrare il suo lavoro sul tema dello spazio. Il suo linguaggio sintetico-allusivo, in bilico tra astrazione e figurazione, si confronta sempre con l’architettura. Un’esperienza efficace che per Gelmi si rinnova nel dialogo straordinario tra l’architettura e la libertà creativa dell’arte contemporanea. Tutti i lavori rappresentano il forte legame che l’artista ha sempre avuto con l’architettura, una disciplina che ha Ispirato, durante tutto il suo lungo percorso artistico, gran parte della sua progettualità.
L’opera di Annamaria Gelmi, racconta invece Franco de Battaglia (giornalista, saggista e scrittore), si svolge nel segno di quella che è stata chiamata la «ripetizione differente» e che prende spunto anche dalla ricerca pop in rapporto alla realtà produttiva, ma che diventa motivo a sé stante per gli artisti delle generazioni successive. Il modulo, il segno, viene reiterato con la concessione ad una minima variazione. In questo caso appare un vago cenno ad una forma quasi naturale, una foglia, un fiore, decontestualizzati e sottoposti dall’artista ad una sorta di congelamento visivo. La teoria di questi segni, di queste primavere che si avvicendano, comunica una certa inquietudine. L’antinaturalismo della Gelmi, il suo rigore geometrico, qui sono particolarmente evidenti, sia nelle grandi tele dalle nuances raffinate d’oro e argento, sia nell’installazione dove la montagna appare nella sua verità. L’artista usa materiali più diversi, dalla tela alla carta, dalla terracotta all’acciaio, al ferro. I suoi lavori conservano la poesia del diario di viaggio, e risentono delle mille suggestioni e dei mille suggerimenti nati da una continua riflessione su se stessa. Un lavoro molto equilibrato, quello dell’artista, in cui i rapporti di forza sono calibrati al punto che si può parlare di architetture”.
Annamaria Gelmi (Trento, 1943), si è formata nelle Accademie di Milano e di Venezia degli anni ‘60. Nelle varie fasi della sua rigorosa ricerca espressiva s’intrecciano personaggi e contesti che hanno caratterizzato il panorama nazionale e internazionale dell’arte a partire dagli anni delle grandi contestazioni giovanili. Tra le più significative amicizie dell’artista, nasce a Calice Ligure una comunità artistica impegnata nella ricerca e nella sperimentazione d’avanguardia di cui Gelmi fa parte, insieme a Paolo Icaro, Scanavino, De Filippi, Brusamolino, Bonalumi e Nangeroni. Da menzionare l’anno 2006, che la vede protagonista di una grande mostra personale al Castello di Pergine (TN), dove realizza alcune grandi opere per il giardino e gli ambienti del maniero medievale. Nel 2011 partecipa alla Biennale Internazionale di Scultura a Racconigi (CN). Gli anni più recenti sono segnati da novità prestigiose partecipazioni ad eventi internazionali, come l’invito della Shanto-Mariam University of Creative Technology di Dacca e l’installazione “Oltre il sacro” nel 2016 per la XXV Edizione di “Kunstraum Kirche” nel Duomo di Innsbruck.