Arte situazionista in poesia visuale.

BUI-TONI

Un corto dalle molteplici sfaccettature, che compongono un tema “assurdo”, in linea con il teatro di Eugène Jonesco, reso però ancora più assurdo dalla presentazione in stile cartoon. BUI-TONI nasce da una predizione di Raffaele Bendandi (Faenza, 17 ottobre 1893 – Faenza, 3 novembre 1979) un astronomo profetico che con le sue teorie (strampalate) sui terremoti aveva predetto un grande terremoto a Roma, dovuto a un allineamento di pianeti, per l’11 maggio 2011. Tale  predizione era diventata nel web quella della fine del mondo, prefigurando anticipatamente le fake news. Adunai per quel fatidico giorno un manipolo di artisti per farli esprimere giocosamente e felicemente sul tema della fine del mondo, nel cuore del centro storico di Roma, nel luogo conosciuto come piazza della Moretta le cui dispute sul parcheggio crearono un “terremoto” fisico e mediatico. Poiché questo nome non corrisponde alla toponomastica, la Moretta diventava un “non luogo”, come direbbe Marc Augé, ma anche “non luogo a procedere” per le false notizie divulgate. Quindi garanzia d’impunità che rischiava di creare performance volutamente disastrose, quale quella che vi ho realizzato.

La “trama” era data da alcuni input che mandavo agli artisti e da un comunicato stampa che annunciava l’evento.

Il titolo BUI-TONI indicava oltre alla minaccia del buio nel quale ci saremmo ritrovati dopo il terremoto anche la deriva consumistica echeggiata dal noto marchio. Infatti si vedeva un soggetto bendato, incapace di vedere e di capire, un manipolato, entrare in un supermercato dopo aver ricevuto input convincenti da un tazebao. Da qui altro significato nel significato. Nel comunicato stampa venivano riportati i contenuti dell’evento come se fossero state altrettante diciture degli ingredienti che hanno i prodotti alimentari. Quindi: manipolati dalla scienza, dall’informazione o peggio dalle fake news, manipolati dal nocivo consumo dei prodotti alimentari. In questo contesto si raccolgono come spezzoni sociali in una dimensione situazionista  artisti e poeti; alcuni di loro sono veri, altri invece sono falsi artisti, che si cimentano per puro esibizionismo. Ne nasce ovviamente un delirio all’insegna della menzogna, del falso, della patacca, del pacco, come quello dalla scienza, della deriva consumistica, della finta informazione. Un teatro degenere, che nemmeno è tale perché si svolge in una piazza inesistente, risultante dalla demolizione di una chiesa e infine da una voragine creata dalla costruzione di un parcheggio. Insomma tanta distruzione e desolazione e niente di vero, al punto che ho

 

poi trasformato la versione recitata in quella stile cartone animato; perciò della performance esistono due versioni.

Non aggiungo altro per non creare ulteriore confusione; la cosa simpatica è che in una città vuota per la paura della fine del mondo tutti noi, io alle riprese e i miei amici, ci siamo tanto divertiti e abbiamo trasformato un brutto giorno in una scanzonata ammucchiata.

Nota:

Di BUI-TONI sono state fatte anche alcune edizioni successive sotto diversi titoli e con diversi artisti.

Di gila

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *