“DA BAMBINO GIOCAVO A PIAZZA NAVONA”, di SALVATORE SCIRE’

“DA BAMBINO GIOCAVO A PIAZZA NAVONA”,
libro di SALVATORE SCIRE’

 

 

Salvatore Scire’ è un regista teatrale noto ai più come autore da una indiscussa vena comica. Brillante, anzi, effervescente, è stata anche la presentazione del suo libro tenutasi recentemente al Teatro Tirso di Molina, un vero show accompagnato dalla proiezione delle sue fotografie delle vedute di Roma e da letture di alcuni brani fatti da attori che condividono con Salvatore il suo percorso artistico.

La scrittura, per Scire’, è tutt’altro che un mezzo inusitato: scrive da una vita, dedicandosi a più generi.

Il libro “Da bambino giocavo a piazza Navona” è un esempio di un’autobiografia “alternativa”. Da un esperto uomo di spettacolo quale è, Salvatore si chiede cosa potrebbe interessare il suo lettore e lo racconta in chiave ironica, leggera, senza mai stancare o annoiare. Anzi, divertendo e regalando un sorriso.

È un po’ un escursus nel passato – per chi lo conosce, un bel ricordo, per chi, per età, lo ignora, – un interessante racconto sui tempi che furono. Come si giocava nell’immediato dopoguerra quando scarseggiava tutto? Ce ne voleva, di creatività, e Salvatore condivide con noi i ricordi della sua generazione ricca di inventiva perché ha dovuto fare “di necessità virtù”.

Non è un libro che, a mo’ di un curriculum vitae, celebra i grandi risultati raggiunti dall’autore (anche se, vi assicuro, non mancano!). Se questo libro celebra qualcosa, è la vita stessa (“un susseguirsi di casualità, di eventi involontari, spesso subìti, ma a volte voluti, ricercati, sognati”). È un racconto per immagini, suoni, odori, sapori e, soprattutto, emozioni. Come un viaggio a bordo di un treno a vapore con cui avvenne il suo trasferimento dalla natia Sicilia a Roma. Come gli studi al Visconti, più antico liceo d’Europa, e una straordinaria “vicina di casa” come Anna Magnani. Come un amore viscerale per lingue straniere di cui conosce un gran numero, perfino quelle più difficili come svedese e russo. Come una passione per Eleonora Duse e

Gabriele d’Annunzio che scaturisce dalle passeggiate per gli stessi luoghi frequentati dal poeta, iniziando da via delle Quattro fontane.

Per Salvatore Scire’, spostarsi da piazza Navona al Pantheon,e poi dal centro storico al quartier Salario-Triestino-Coppede’ è passare per una serie di incontri con personaggi famosi, aneddoti, ricordi ed emozioni, e ce le trasmette così abilmente che ci sembra di viverle insieme a lui.

L’autore racconta anche i suoi viaggi all’estero: Berlino, Praga, più tardi Seychelles, Indonesia, Brasile. Come di un viaggio, bello ed interessante, ci parla anche dei suoi studi di giurisprudenza, servizio militare a Bari, un lavoro presso il Ministero nella sezione “Onorcaduti”

dedicata alle sorti dei caduti e dispersi in tutte le guerre, dove fra i colleghi gli è capitato Luca De Filippo figlio di Edoardo, un lavoro al Banco di Roma e nelle assicurazioni dove incontra Jimmy Fontana, l’autore della canzone “Il mondo”. Poi, sopraggiunge l’avventura del Bagaglino e la conoscenza con Pippo Franco, Oreste Lionello e Lando Fiorini, che finalmente lo convincono a lasciar perdere le assicurazioni e a dedicarsi solo alle arti.

Il percorso artistico di Salvatore inizia dalla fotografia. Ed è subito un successo: il suo libro fotografico “Roma nel cuire’ viene pubblicato da Rizzoli. Corrado Augias lo conosce e lo inserisce in un suo romanzo poliziesco come fotoreporter Saverio impegnato nel giornalismo d’inchiesta. Come

fotografo è stato alle Seychelles e in Kenya, ha immortalato Rita Levi Montalcini, Renato Pozzetto, Carlo Lizzani, Anna Fendi, Sandra Milo, Giulio Andreotti e Francesco Cossiga, Moana Pozzi, Valeria Golino. Questo lavoro gli diede la possibilità di conoscere e fotografare le meraviglie della natura in giro per il mondo (Brasile, Indonesia, Borneo, capitali europee), le donne più belle, gli artisti di maggior talento, capi di stato e papi.

Dalla fotografia Salvatore Scire’ si fa strada nel giornalismo perché si appassiona ai grandi personaggi e vuole intervistarli. Sono Luciano De Crescenzo e Pietro Garinei, per non menzionare quelli già citati. E dalla scrittura di stampo giornalistico egli approda a una scrittura per il teatro. Il teatro per Scire’

è, fra le varie arti, il primo amore che non si scorda mai. Salvatore scrive testi teatrali e li mette in scena con lo stesso entusiasmo con cui li scrive, trasmettendo la passione anche agli attori e ai tecnici (parlo per esperienza diretta, mi è toccato l’onore di recitare in un suo recente spettacolo). Sul suo percorso teatrale non mi soffermo, convinta che l’autore metta e rimetta ancora in scena tutti i testi di cui oggi avverte la necessità, e vi invita, com’è la prassi, agli spettacoli.

Uno spazio importante nei ricordi di Salvatore Scire’ lo occupa l’Associazione “Ex alunni del Liceo Visconti”, iniziativa grazie alla quale si riesce non soltanto a riunire tutti coloro che ci avevano studiato, ma anche a dar vita a nuovi premi artistici e culturali creando così

un’ulteriore aggregazione fra artisti, politici ed esponenti di molti settori (fra gli ex alunni del liceo c’è stato anche un ex sindaco della capitale).

Capitoli a parte sono dedicati alle città più care allanima dh Salvatore e alle personalità che maggiormente hanno segnato il suo percorso artistico.

Il libro di Salvatore Scire’ è anche un compendio di preziosissime battute comiche. Come quella di una sua prof al liceo: “Con i “se” non si fa la storia, ma si possono fare tante versioni di latino” oppure un’ottima (e sempre attuale) gag del commediografo Sandro Giovannini: “Con la laurea in giurisprudenza si possono fare tante cose, anche le commedie musicali. Per non parlare di Garinei che ha la laurea in farmacia”.

Talmente inesauribile è la cena comica dell’autore che ci riesce a divertire perfino parlando degli anni di piombo e della minaccia degli attentati.

Un tocco di genialità, a mio avviso, è anche un’autointervista rilasciata a sé stesso a conclusione del libro. Non penso ce ne siano precedenti di autointerviste nel giornalismo momdiale.

Spero che già la lettura della mia affettuosa recensione vi lasci con un sorriso e vi auguro una buona e divertente lettura.

Olga Matsyna

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