Lavezzi al Feltrinelli foto Olga Mitsyna

 

 

Il 17 marzo alla Feltrinelli Appia di Roma si è tenuto un incontro con Mario Lavezzi e Giulio Mogol, il compositore e il poeta che hanno segnato la storia della musica italiana. Mario Lavezzi si è esibito cantando e suonando la chitarra, al pianoforte lo ha accompagnato Cristina Di Pietro la quale ha anche cantato insieme al maestro alcuni brani,  storici e nuovi. L’incontro è stato presentato e moderato da Ernesto Assante (“La Repubblica”), che presenterà il 29 marzo al Teatro Manzoni di Roma il suo libro su Lucio Battisti.

 

L’evento è stato dedicato all’uscita del nuovo ‘album di Mogol – Lavezzi  “Capolavori nascosti”, i cui brani erano, fino a quella sera, inediti. Mario Lavezzi è stato un autentico motore dell’evento non tralasciaando mai di dialogare con la gente sulle canzoni e sul senso delle loro parole. Ernesto Assante intervistava e faceva interagire due grandi autori ricordando al pubblico lo splendore della musica italiana del pasato. Giulio Mogol si è ricordato, orgoglioso, dei suoi 520 milioni di dischi venduti (per quanto riguarda questo numero, il grande autore italiano  è il terzo al mondo dopo il Beatles ed Elvis Presley).

 

La musica italiana non solo è riuscita ad interpretare la bellezza del paese, ma anche e soprattutto ad esprimerne i valori. Ricordando gli storici brani

 

universalmente amati di “Camaleonti”, “Dick dick”, Lucio Battisti, Fausto Leali e gli indiscussi successi della RCA, gli autori della musica italiana si sono concentrati pure sulle proprie visioni e ricerche.  Mario Lavezzi aveva conosciuto Lucio Battisti e Giulio Mogol nel 1970. All’epoca Mogol, già perno della poesia italiana, volle, come lo dichiara lui stesso, circondarsi di bravi musicisti. Lavezzi lo era e si diverti’ a fare perfino in cori. Nel corso della serata, egli interpreta, insieme a Cristina di Pietro al pianoforte, il famosissimo “Il mio canto libero” del repertorio battistiano. Poi i due autori raccontano come sono nati alcuni dei capolavori noti a tutti, in Italia e all’estero (album “Amico latino”). Mogol parla dell’importanza della musica che lo ispira a scrivere i testi perché

 

suggerisce delle emozioni ed anche immagini messe da lui in parola. Ernesto Assante gli chiede se preferisce melodie semplici o complesse. Mogol non ha di queste preferenze: scrive esattamente ciò che sente. Parte dalle emozioni, e viene compreso da tutti. Un altro segreto del più celebre autore italiano è quello di scrivere fra le nove e le dieci del mattino, per essere fresco ed avere energie giuste per il processo creativo.

 

Ma la sua creatività spesso si nutre dalla musica composta da Mario Lavezzi. Il compositore sostiene che deve molto al rock perché è “musica viva e vivrà per sempre”. Deve altrettanto anche al suo ricco bagaglio culturale e a tanti arrangiamenti altrui studiati con passione negli anni e

 

decenni.

 

La maturità artistica aiuta Mogol e Lavezzi a continuare il loro percorso creativo. I due autori sono contenti di avere tanto seguito, e sono felici di creare i nuovi brani per il proprio pubblico numeroso. Per loro, creatività è condivisione.

 

Giulio Mogol è convinto: chi ha l’autostima e vive di valori (onestà, equità, immedesimazione negli altri) non può temere la morte. L’arte ci rende ricchi di spiritualità, unica cosa che conta nella nostra esistenza.

 

I due artisti apprezzano l’un l’altro per la sincerità e l’allegria che condividono e creano insieme delle canzoni che ci cambiano la vita. Almeno per quei

 

minuti che dedichiamo agli ascolti. Le canzoni ci trascinano dentro un mondo travolgente che vanno a creare e ci lasciano dentro qualcosa di grande, bello e irripetibile.

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Olga Matsyna

di seguito video filmato da Olga Matsyna

 

 

Di gila

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