Pio Monti va da Gino De Dominicis a verificare l’immortalità

Invece d’intitolare l’articolo come fanno tutti ho dato un titolo bizzarro così come era Gino e Pio quando scherzavano. Il loro è stato un sodalizio che gli ha dato tanta fortuna e successo, ma Pio ha avuto anche tanti altri artisti e quasi tutti i più importanti del suo tempo. Faceva fare delle tirature di 100 copie in serigrafia che poi vendeva a prezzi che, ovviamente trattandosi di copie, erano più abbordabili. Un opera di Kounellis o Cucchi costava tantissimo ma le sue serigrafie molto meno, così con questo escamotage faceva contenti tutti. Questa voglia di commerciare lo aveva reso “debole” dal punto di vista culturale infatti non veniva apprezzato a dovere. Lo dico perché per me poteva essere il Leo Castelli romano proprio perché aveva tutto il carisma e la simpatia necessaria a essere un grande gallerista come quelli leggendari d’oltre oceano.

Al di la di questa considerazione ebbe una carriera folgorante e delle intuizioni che pochi altri possono vantare.  Mi piace ricordalo in questo articolo che feci per Agenzia Radicale, uno tra i momenti più alti della sua carriera quando intitolarono il palazzo dove coabitarono  Pio e Gino De Dominicis, la sua più grande creatura artistica. Quando feci questo scatto fu una mattinata particolare, eravamo pochi, era presente Fabio Sergentini, Simone Carella, Marina Ripa di Meana e altri, uno spirito artistico che solo lui poteva proferire ed è per questo che lo ricordo con piacere.


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