Roberta Pugno
Sapienza delle immagini
Dal 14 aprile fino al 14 ottobre 2022
Aleph Rome Hotel
via di San Basilio 15 Roma
In uno tra i più importanti alberghi situato nell’area più bella e attraente del centro storico romano, all’ Aleph Rome Hotel, nella hall dai preziosi arredi si possono ammirare i quadri di Roberta Pugno, mostra a cura di Gabriella Perna che da alcuni anni organizza in questo prestigioso spazio esposizioni di nomi noti dell’arte contemporanea per il Curio Collection by Hilton.
Questa è la volta di un’artista romana di adozione, Roberta Pugno nata a Bolzano ormai da diversi anni nella capitale, che con questa mostra affronta il tema della “Sapienza delle immagini” che è anche il titolo della mostra.
Posti in alto primeggiano in tutti e quattro i lati delle pareti della grande sala dopo l’ampio ingresso, un aspetto maestoso ben domato dall’esposizione, allestimento che fa esprimere a pieno l’importanza visiva che questi quadri sanno conquistarsi in un ambiente di per sè già ricco, indice esplicito della potente efficacia della mostra.
Cercando di informarmi sull’autrice dei bei quadri ho scoperto che ha uno sterminato curriculum di mostre collaborazioni e impegni artistici vari non che la pratica di varie discipline artistiche e una laurea in lettere e filosofia che son le “sapienze” che usa per i suoi quadri, virgolettato che rimanda al titolo della mostra.
Quello che più mi colpisce di Roberta Pugno, oltre, ovviamente, le sue opere, è l’impegno di come si pone di fronte al compito di essere artista, un enorme e complesso lavoro che sembra incredibile possa essere fatto da una sola persona che lavora a 360° per completare la sua estrosa figura che spazia in molti campi artistici. Un personaggio dissonante con il mondo artistico che la circonda specie in quest’ultimo periodo caratterizzato da tanta arte “facile”, mi riferisco a tanta paccottiglia pseudo-concettuale, ready-made o quella prodotta da factory di dubbia manovalanza che non è difficile trovare in giro. Faccio questo paragone non a caso perché la pittura di Roberta Pugno viene da un lungo lavoro, un processo tecnico che sapientemente e con dura fatica opera sui suoi quadri che realizza in molti, tantissimi, giorni.
E’ un’arte che pare venire da lontano con echi passati, manufatti che sembrano essere sempre esistiti perché noti qualcosa di sedimentato a lungo, alle volte di consumato. Il fascino di questi quadri è che la proposta estetica è da scoprire, Roberta Pugno mira ad un risultato che va al di la di quello che ha realizzato, un’aspirazione di quello che è oltre la superficie creata.
Di solito, quando si fanno premesse troppo ardite, come in questo caso, ci sta il tranello o la falsità, un tradimento, proprio per dare del valore aggiunto. Invece il lavoro di Roberta Pugno, per quanto dichiaratamente utopistico sia, è sincero e autentico anche se si pone in una posizione rischiosa, difficile da mantenere, troppo ardita negli intenti, ogni suo quadro è una scommessa che non si limita a puntare in alto ma andare verso l’irraggiungibile, l’ignoto o quel fantasioso valore massimo che aspira essere.
Non gli basta quello che sono i limiti raggiunti da altri artisti, lei li vuole superare tutto e tutti, la sua opera vuole rappresentare quello che sotto gli occhi non c’è, la sua ricerca è nel far pensare e immaginare sollecitazioni fantasiose come se ci fosse un altro quadro.
Cercando di arrivare alle lontane soglie che intende raggiungere l’artista si aprirebbe un lungo discorso che per la mole d’implicazioni che comporta si va a disquisire in meandri lontani e imperscrutabili, oltre la soglia dell’invisibile, orizzonte speculativo che rimando al suo sito per chi voglia approfondire il tema filosofico di cui Roberta Pugno è l’ispiratrice.
Secondo me sono quadri così ricchi di dinamiche visuali che non hanno bisogno di argomentazioni scritte, basta guardarli per accorgersene. Dei suoi quadri, in sintesi, si potrebbe dire che gli attenti valori cromatici che sprigionano sono intensi, pregni di una forza immanente, ma che allo stesso tempo fa pensare ad altre indefinibili dimensioni prima sconosciute.
Una lirica dell’immaginario, scatenata da contrasti di accostamenti che si stratificano in particolari effetti visivi e si sommano in un’intensa sensazione, procurando a chi guarda uno stato d’animo sospeso in un’imponderabile dimensione cromatica.
Forse sono giudizi non conformi con gli ottimi testi critici che ha avuto e con le interviste che ha rilasciato ma volevo dare una descrizione dell’impatto che potrebbero esercitare a un eventuale fruitore.
Giovanni Lauricella
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