Storie dell'altrove di Franco Piol, edito Scatole parlanti

Storie dell’altrove libro scritto da Franco Piol

Storie dell’altrove nuovo libro di Franco Piol edito da Scatole Parlanti con prefazione di Giovanni Lauricella che si può leggere qui di seguito.

“Storie dell’altrove” è una serie di racconti dedicati dall’autore agli accadimenti della sua vita e a quelle dei suoi amici; dieci in tutto, costituiscono i capitoli di questa pubblicazione.

 

Il libro di Franco Piol stimola una serie di argomenti su cui chi si accinga alla lettura fa bene a riflettere prima di trarre conclusioni sul significato di “Storie dell’altrove”.

Prima di tutto bisogna stabilire in quale mondo viviamo, o meglio qual è il mondo che privilegiamo.

Non è una questione da nulla, se si considera che la percezione che abbiamo di questo mondo è forse quella sbagliata.  Abbiamo una cognizione delle cose che ci porta a identificare in una serie di valori la lente giusta che ci fa vedere la realtà com’è. La pandemia prima e da ultima la guerra in corso in Ucraina, per quanto traumatiche possano essere, non hanno cambiato la mentalità della gente, che anzi si percepisce ancor più frustrata, perché le mete di successo sono più ardue da conseguire e quindi hanno acquisito un’attrattiva maggiore.

Secondo me è qui che s’inserisce la tematica assunta nella narrativa di F.P., ovvero nel proporre una diversa interpretazione del mondo.  F.P. pone al centro della narrazione persone di una società non privilegiata, che avremmo ignorato se non per il fatto che ci ha messo l’anima per renderli credibili e interessanti. Tanti frammenti, tante storie e ricordi che s’intrecciano. Sono piccoli uomini che potresti incontrare tutti i giorni e non accorgerti di loro.

Il paradosso è che, benché ignoti, essi formano il nostro contesto esistenziale, proprio quello di chi legge le “Storie dell’altrove”: è qui che si sviluppa la poetica della narrazione; quel “mondo” siamo noi che non ci accorgiamo di viverlo, dove però magicamente F. P. ci trasporta, accompagnandoci con i dettagli di una analisi sempre più avvolgente e coinvolgente.

Viviamo in un mondo stravolto dallo sforzo di raggiungere la felicità tramite la tecnologia, dalla brama di conseguire obiettivi qualificanti, da una rivalità e da una competitività sempre più assillanti ; viviamo in un clima asfissiante, dove l’altro è un ostacolo se non un nemico, un mondo dove non c’è spazio per riflessioni di natura etica o umanitaria. E’ in fondo il concretizzarsi dell’antico timore che il robot sostituisca l’uomo. Franco Piol ci parla d’altro, di qualcosa di notevolmente distante dal costume che impone il mainstream; parla di sentimenti, di passioni assopite da una vita difficile, di uomini che lottano per avere il necessario e mantenere vivo in sé l’amore della vita.

Franco Piol, come un pittore di Montmartre, con sguardo accorto li scruta, li descrive, li assimila a una storia, ai suoi ricordi; così questi personaggi apparentemente inutili e invisibili allo sguardo distratto assumono forza e colore dato dalle pennellate dell’autore. Pennellate artistiche che tracimano dalla letteratura alla poesia; e tutto poi si fonde in un’unica composizione che è la sua vita, la vita che lo scrittore condivide con le sue creature.

E’ come vedere il mondo attraverso un caleidoscopio fatto non di colori ma di caratteri umani.

Tanti racconti, poesie e un testo teatrale: in una manciata di storie di vita vissuta, dedicate ai suoi amici che sono i suoi riferimenti esistenziali, che elenca alla fine del libro.

Fatta questa premessa, i personaggi di Franco Piol diventano molto di più di quello che sembrano: incontriamo Il pittore Gian Maria Pulcherini, l’unico che ha goduto di notorietà, Ludmilla, Il signor P, Menichetti, la signora Zanon, Mariuccia, Giselle, la sora Cencina, Carletto, Rinaldo, lanaro,  Cesira, sora Giulia, sora Betta, e le tante madonnare, Vittoria la fatalona, sua Eminenza,  Suor Intemerata e suor Ada, Cecilia e la bella Giulia, Leonardo, Clementina, Valeria, il defunto Mario, Rula, nonna Vittoria, Antonio, Loris, Wilma, gli allievi del Lab 2000, i ragazzi , Saverio, Vittorio, Florestano, Francesco ecc., Lina, Bruno,  zia Bebba, Vanni, zia Bettina , zia Marietta, Agnese, Malvina, Amilcare, Matelda, Ersilio, Osvaldo ecc.

C’è pure un glossario romano-napoletano.

Sono in tutto 12 storie che hanno ogn’uno all’inizio una citazione di un importante personaggio della letteratura e in conclusione una dedica alle persone più care all’autore.

Di queste dediche due sono a nostri cari amici: Cristiano Maria Carta Fabio Croce.  Per chi non li conoscesse il prmo è un poeta e scrittore che ha lavorato nel teatro e il secondo è un editore Edizioni Croce, per l’appunto, ma anche scrittore, poeta, regista, attivista ecc.

Franco Piol appare in conclusione come l’ultimo degli umani, perché la disumanizzazione indotta dall’innovazione digitale ha comportato un nuovo linguaggio comunicativo assolutamente estraniante ed alienante, da cui Piol ha voluto e saputo restare immune. Si potrebbe ipotizzare che in futuro quasi nessuno scriverà come lui. Come un personaggio di Blade Runner, combatte contro i robot umanoidi che vogliono sopraffarlo.

Piccola biografia di Franco Piol

Giovanni Lauricella scrive su Agenzia Radicale e altri giornali on line, saggista e poeta è anche artista videomaker e visuale

Giovanni Lauricella

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