Architettura o i problemi dell’architettura.
Si sta svolgendo la Biennale d’Architettura a Venezia in un clima sempre più sommesso nonostante la voglia degli organizzatori di creare polemiche, forse perché l’argomento scelto rientra più in quello che sono gli interventi di politica sociale che altro.
Se si leggono le presentazioni dei testi della Biennale della curatrice Lesley Lokko, del presidente Roberto Cicutto e degli altri che l’hanno indetta si capisce chiaramente che è una mostra contro quell’architettura così come l’abbiamo sempre intesa dove lo stile e le forme sono il carattere distintivo a favore di un’altra visione del costruire volta a una politica dell’abitare che soddisfi le esigenze dei più poveri e in particolare del terzo mondo. Una Biennale che evidenzia, o meglio, lancia l’allarme dei senza tetto e di tantissimi milioni di abitanti in continua crescita in Africa che hanno bisogno d’alloggi.
Basta leggere lo scritto di presentazione della curatrice Lesley Lokko tutto incentrato sull’Africa e ci si rende conto che la mancanza di case è l’impegno imminente che dovremmo risolvere, forse un annuncio di una sorta di piano Marshall in soccorso dei milioni di senza tetto africani e di quelli immediatamente futuri considerati gli spaventosi indici di crescita demografica che si ha da quelle parti.
Insomma, architettura del disincanto, altro che monumenti, edifici di lusso, Archistar e nuove tecnologie, l’architetto si deve impegnare per costruire alloggi di sopravvivenza, forse per questo scollamento con la professione d’architetto che quelli del mestiere la disertano.
Giovanni Lauricella
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Polemicamente aggiungo delle foto che non sono della Biennale ma che reputo interessanti perché evidenziano l’altra faccia della medaglia.






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